Le persone sono più importanti dell’organizzazione

Vorrei approfittarne per aprire un argomento che mi sta particolarmente a cuore e perché credo che abbia ritrovato una grande attualità in questo momento.
È racchiuso in questa formula P>O ovvero le persone sono più importanti dell’organizzazione.
Perché è così attuale e perché è così importante parlarne?

Facciamo un esempio:

Sei un imprenditore, un giorno hai avuto un’idea. Hai avuto un sogno e hai creato la tua azienda.Questa azienda ha cominciato a fare fatturato, svilupparsi e ad un certo punto c’è stato il bisogno di qualcuno che venisse a lavorare con te, a darti una mano ad aiutarti.
Ecco cosa accade: Tu hai almeno due criteri di scelta quando si tratta di collaboratori. Un criterio potrebbe essere quello che io sintetizzo in un concetto molto intrigante che dice:
1. l’azienda è un un soggetto sociale con una una responsabilità economica oppure
2. un’azienda è un soggetto economico con una responsabilità sociale.

Qual’è la differenza?

Se tu pensi che l’azienda sia un soggetto economico allora cercherai un dipendente che costi poco. Per esempio un apprendista o un contratto che sia favorevole per l’azienda da un punto di vista economico.
Se invece tu credi che la tua azienda sia un soggetto sociale che ha una responsabilità economica, cercherai qualcuno che crede nel tuo sogno, che sia disposto a essere parte del tuo progetto, della tua idea, che la cavalchi con te. Quindi che la viva con passione.

Perché faccio questo ragionamento?

Per un motivo molto semplice. Perché quello che oggi mi trovo a dover affrontare con aziende è, a detta di imprenditori come te, che i loro dipendenti non hanno a cuore l’azienda, che vanno a lavorare per timbrare il cartellino. Agli imprenditori piacerebbe invece che si appassionassero di più, però questa cosa non accade. Come mai non accade? Chiediamoci come li hai scelti questi collaboratori. Qual è il criterio di fondo che ti ha portato ad averli nel tuo team, nella tua squadra? Ci vorrebbe l’uomo giusto al posto giusto!

E qui c’è un ragionamento che si amplia e ha a che fare con questo concetto: se io cerco un ragioniere, qualcuno che si occupi di amministrazione, è chiaro che vorrò un curriculum in cui la persona è diplomata in ragioneria o addirittura laureato in Economia e commercio ma queste sono le competenze hard che si possono acquisire in qualunque momento della vita.

Se domani ci mettiamo a studiare psicologia possiamo comunque diventare psicologi. Poi ci sono però delle competenze che sono quelle più relazionali che definiscono il modo in cui tu stai in squadra con gli altri, il modo in cui tu lavori con gli altri,i modi in cui sei collaborativo o non sei collaborativo. E questa è una grande capacità, una grande competenza che non è facile da trovare e che non si deduca dal curriculum vitae, o ce l’hai o no. Ed è più difficile da costruire. Ancora più importante è poi la motivazione che spinge il dipendente ad alzarsi la mattina per andare a lavorare.

Se nella vita del dipendente la motivazione è molto bassa e domani troverà qualcuno che gli darà qualche centinaio di euro in più, risultato? Ti abbandona. Non c’è nessun processo di fidelizzazione, senso un’appartenenza. Quindi riuscire a capire le persone che hai con te, già in fase di selezione o anche in sede di valutazione quando già sono in squadra è fondamentale.

Che cos’è che le spinge a lavorare? Stanno facendo un lavoro che gli piace? Risponde alle loro attitudini, alle loro preferenze cognitive comportamentali? Le ho messo nel posto giusto di cui sono contente? Le sto gratificando nella maniera giusta? Queste sono domande interessanti a cui è importante trovare valide risposte.

Pensa al concetto di innovazione. Che cosa vuol dire innovazione?

Sono le idee che sono innovative, non i processi, non i metodi. E le idee le hanno le persone che, come te, lavorano per lo stesso obiettivo. Per questo vale la pena di ascoltare i propri dipendenti che a volte hanno delle soluzioni perché vivono direttamente le problematiche del lavoro, vivono in azienda e non sono decerebrati ma hanno la possibilità di esprimere un concetto un’idea talvolta innovativa o risolutiva rispetto ad alcuni temi che riguardano proprio l’azienda che stanno vivendo ed in cui stanno lavorando.

Ecco perché per me le persone sono più importanti dell’organizzazione Ecco perché per me è importante lavorare con aziende che credono che questo sia un concetto vero, che le persone siano “portate al centro”, che si possa contare su di loro prima ancora che sulle procedure, sui processi, sul controllo di gestione, sui numeri. Le aziende stanno in piedi sui numeri ma i numeri li fanno le persone. Vorrei che questo fosse un concetto fondamentale per gestire qualsiasi attività.

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